In margine a consultazioni aperte dall’Autorità per l’energia e il gas (AEG), che si occupa anche del servizio idrico integrato, sulla disciplina delle tariffe di quest’ultimo, la Fondazione Colleselli con propri documenti ha avanzato la proposta di inserire – nella regolazione tariffaria – anche il riconoscimento dei costi ambientali connessi con la tutela della risorsa idrica dal punto di vista idrogeologico al fine di poter oggi e in futuro «fruire di un integro patrimonio ambientale» là dove la risorsa si genera, ovvero quasi prevalentemente in zone montane soggette a frequenti dissesti.
Di recente sentenza la Corte costituzionale con la sentenza n. 67/2013 ha ribadito che «la determinazione di un minimo della quota di investimento destinato alla tutela idrogeologica» rappresenta una delle «componenti di costo» per la determinazione della tariffa. Né può essere fatta valere la considerazione che a tal fine sono finalizzati i canoni di concessione, essendo la salvaguardia ambientale un obiettivo di cui deve farsi carico l’intera collettività. Gli «strumenti regolatori» messi in atto dall’Autorità per assicurare «i necessari livelli di tutela della risorsa idrica e dell’ambiente in cui essa si trova» costituiscono quindi la sede nella quale disciplinare simile fattispecie.
La Fondazione Colleselli in buona sostanza propone di valutare una metodologia, di semplice applicazione, in forza della quale introdurre in tariffa un importo destinato a sostenere gli oneri relativi alla conservazione e alla tutela della risorsa dal punto di vista idrogeologico.